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Giallo di calza

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Messaggio Da Elena C. Gio 16 Gen 2014, 22:47

[b]Giallo di calza[b]

Camilla aveva accolto con entusiasmo la proposta di una gita in campagna.

Le chiacchierate assieme alle amiche avevano sempre creato aneddoti curiosi. Camilla sentiva la necessità incontenibile di vivere la stravaganza casuale in maniera libera e divertente. Era pronta, anzi, non vedeva l’ora. Immergersi nell’atmosfera apparentemente semplice dei campi vestiti di giallo della sua Emilia, questo era il sapore che avrebbe voluto gustare in quella meravigliosa giornata primaverile.

Sarebbe stata una esperienza stupenda assieme a Martina e Giulia, amiche da sempre nei giochi estivi e nelle loro esplorazioni spensierate in bicicletta a contatto con la natura, che amavano nascondersi tra un cespuglio e l’altro alla ricerca della "scatola dei segreti" inventata in un momento di estrema condivisione emotiva. Non si erano mai potute incontrare in primavera, questa gita era per loro una novità.

Le tre amiche si erano accomodate sull’erba, nell’unico punto in cui il verde prendeva ampio respiro rispetto all’estesa barriera di corolle gialle, supine a gambe all’aria godevano dello spettacolo solare e leggevano la loro rivista preferita “Piccole teenager crescono”.

«Che fiori sono? Il loro colore è il mio preferito…» aveva sussurrato Camilla, volgendo lo sguardo alla distesa dorata, «E’ colza, me lo ha detto mia mamma», aveva replicato con tono deciso Martina, che le sedeva accanto con le gambe raccolte a sé. «Sentite questa…» era subentrata nel discorso Giulia, attenta lettrice dei trafiletti riportati sul giornale, «… il giallo influisce positivamente sull'ottimismo e favorisce la concentrazione. Si tratta del colore del sole e della luce e simboleggia perciò la creatività e la saggezza…per contrastare il pessimismo dilagante degli ultimi tempi, vi regaliamo queste immagini dei campi di colza…maggio è il suo mese, la natura si esprime nei suoi colori più intensi!».

Con la lettura Giulia era giunta alla fine della pagina quando Camilla le si avvicinò, improvvisamente risvegliata dal desiderio di cogliere lo scatto del fotoreporter di turno, impaziente di provare quel senso di meraviglia che i bambini vivono in attesa del regalo tanto sognato. Anche Martina aveva ascoltato con interesse, distendendo atleticamente le gambe verso il cielo intensamente azzurro.

«Ma com’è possibile??!», «Non ci posso credere!», «Guarda questa foto!» avevano esclamato una dopo l’altra.

Una delle foto riproduceva esattamente lo stesso paesaggio naturale che si stendeva davanti ai loro occhi, colori e forme identici, stessa volta celeste priva di nuvole, inclusa la casa diroccata dove c’era un vecchio mulino! Disarmante, la natura! In più, da un punto indefinito lontano nel campo, si ergevano ben tre gambe destre, che lasciavano intuire la posizione supina dei corpi nascosti dai molteplici pistilli gialli. Ai piedi, scarpe slacciate che dondolavano in armonia e calzette gialle arrotolate alle caviglie.

Con gli occhi puntati alle loro calze e con un risolino perspicace appena accennato a fior di labbra, le tre amiche esclamarono al vento: «Siamo noi!». Disarmante, l’amicizia!

«Bimbe, tutto bene?», aveva chiesto con tono protettivo la mamma di Camilla, Emma, che assieme alle altre due mamme, aveva udito da lontano un’eco di parole provenire dal giallo di colza.
«Chi l’ha scattata?» aveva subito domandato Martina, che senza esitazione alcuna era entrata nel ruolo di investigatrice meticolosa. «Non lo so, però sulla foto c’è scritto qualcosa in piccolo…» aveva risposto Giulia, ancora sorpresa per l’effetto che la visione della foto le aveva lasciato. «Ecco qua, possiamo utilizzare la lente d’ingrandimento che ho attaccato al mio super portachiavi gigante!» si fece avanti Camilla che, abituata alla sua fervente immaginazione, aveva comunque espresso un momento raro di reale praticità.

«ZOE 12 maggio 1973…ma comunque…sì, sembriamo proprio noi, ma è impossibile… che strano, non si spiega» replicò Giulia, ora quasi impaurita dal mistero che si era appena palesato.
«Allora, fatemi pensare, chi può essere Zoe…una che abita qui o che conosce questi posti, questa può essere la data di nascita oppure…oppure la data in cui è stata scattata la foto, chissà» disse Martina nel pieno della sua indagine. «…forse la moglie del vecchio mugnaio…mia mamma mi ha sempre detto che nel mulino abitava una famiglia con tre figlie gemelle, può essere che la loro mamma le abbia fotografate in un momento di giochi, proprio come stiamo facendo noi» continuò Camilla nel suo brillante tentativo di trovare una risposta a quella scritta, ma soprattutto a quello che reputava uno degli aneddoti più insoliti che erano loro mai capitati. L’unica che non riusciva a trovare le parole era Giulia, rimasta impassibile nell’ascoltare i ragionamenti delle amiche.

Immagini, persone, ricordi, colori avevano invaso le loro menti e creato un’atmosfera quasi incantata. Si erano immerse nella loro storia: reale o surreale che fosse, era la loro e solo loro l’avrebbero potuta raccontare.

Proprio in quel momento di sguardi pensierosi ed occhi chimerici, il gruppo di amiche si alzò in piedi voltandosi verso il vecchio mulino…le loro mamme erano improvvisamente scomparse dalla visuale e …cosa videro?

La stessa scena della foto riproposta davanti ai loro occhi increduli! Questa volta le tre gambe sembravano rivelare la maturità dei corpi e delle risate il cui rimbombo faceva oscillare gli steli di colza in una danza liberatoria.

Ora sì che era loro tutto chiaro! ZOE come le iniziali dei nomi delle loro mamme!

Mamme protagoniste delle letture delle figlie attraverso le foto dei loro ricordi. Giulia, Martina e Camilla da un lato e dall’altro le rispettive mamme Zara, Olimpia ed Emma.

Generazioni di mamme che avevano tramandato emozioni di vita alle figlie in un giorno di ricorrenza speciale, lasciandosi trasportare dall’accoglienza di madre natura attraverso la magia del tempo.

Era il 12 maggio 2013.


Elena C.
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Messaggio Da Madam Becau Ven 17 Gen 2014, 08:11

Quando i racconti parlano di bambini alzo le mani!
Racconto surreale e molto descrittivo.
Colgo l'ingenuità e il mondo fantastico tipico di quell'età che mi riporta ad un tempo passato.

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Messaggio Da Elena C. Ven 17 Gen 2014, 08:26

Madam, proprio così. Anche io mi meraviglio davanti ai bambini, alla loro fantasia e al loro mondo. Noi adulti dobbiamo ricordarci ogni tanto dei nostri albori, anche noi siamo stati bambini. Dobbiamo rivivere noi quell'incanto per poterlo trasmettere ai nostri figli o ai bimbi in generale. Hai detto bene, il racconto è quasi surreale ed ho voluto che desse questa idea, per portarci ed immergerci completamente nel loro mondo fantasioso.
Grazie Madam, un bacio!

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