Caffé Burlesque
5 partecipanti
:: Vetrina Autori :: Opere :: Ale
Pagina 1 di 1
Caffé Burlesque
Si incontrarono per la prima volta in un caffè.
Lei lo notò subito: lui era così compunto. Era affascinata dagli uomini compunti con i capelli a posto e gli occhiali con la montatura leggera. Il suo primo impulso fu di urtarlo, 'per caso' per vedere se gli occhiali si sarebbero storti sul naso, almeno un pochino.
Lui la notò subito. Era cosi disordinata. Lui detestava le donne disordinate e lei lo era davvero, con quei capelli che andavano da tutte le parti e la minigonna completamente girata davanti-dietro. Il suo primo impulso fu di urtarla 'per caso' e raddrizzare quella stupida gonna.
Ma lui non cedeva mai ai suoi impulsi.
Lei invece cedeva sempre. Era nella sua natura.
Lui la guardò dall'alto, arricciando appena le labbra in segno di, non disprezzo, no. Sarebbe stato eccessivo. Distacco è più corretto.
Lei gli rispose guardandolo dritto negli occhi. Ma poi distolse lo sguardo, perché non reggeva a lungo nessun contatto.
Lui fu contento della vittoria, anche perché non reggeva a lungo nemmeno lui.
Fu per evitare di guardarla che lui non fece attenzione a dove stava andando.
Lei, invece, sapeva benissimo quello che faceva: urtò con precisione il gomito del braccio destro, proprio mentre lui stava sorseggiando il suo espresso nero, con mezzo cucchiaino di zucchero.
Solo che, distratta com'era, lei sbagliò mira e il liquido bollente andò a finire tutto sulla sua camicetta nuova, che era l'unico indumento stirato che possedeva.
«Cazzo.Cazzo.Cazzo!» gridò lei mentre si sganciava in fretta i bottoni, già pensando all'ustione.
«Oh, beh» disse lui. E quel 'oh, beh' valeva più di mille cazzi.
Indispettita, con un'approssimativa manata, lei gli stropicciò giacchetta e camicia ed ebbe comunque la sua soddisfazione.
«Ah, no!» disse lui, senza perdere l'aplomb, e con un veloce aggancio tentò di rigirarle per bene quella stupida gonna. E si ferì la mano perché la gonna era appuntata con cinquanta spilli al posto dell'orlo.
Gocciolando sangue in terra lui, già più scompostamente disse: «Devo andare al pronto soccorso, chiamate un'ambulanza»
«Cosa vuoi che sia, a me succede sempre» fece spallucce lei, per niente commossa dal dolore che i suoi duecento spilli avevano ingiustamente provocato.
Lui le mostrò la mano ferita e nel farlo gocciò sangue sul reggiseno candido di lei.
«Che schifo» disse lei, disordinata sì, ma schizzinosetta. «Vuoi anche spalmarmi di merda, già che ci sei?»
«Perché no?» Domandò lui, elettrizzato dalla proposta, che toccava proprio il suo punto debole.
Indispettita lei gli tirò addosso il suo cappuccino doppio caffè e triplo zucchero.
Mentre il liquido bollente gli finiva nel colletto della camicia, lui provvedeva con maestria a sbottonarsi, fino a rimanere in maglia della salute,.
«Che orrore!» esclamò lei, alla vista della tremenda maglietta, ormai irrimediabilmente macchiata anch'essa. Compresa la brutta figura lui provvide a levarsi anche quella, esibendo un fisico magrolino e un po' panzuto, tipicamente da studioso.
«Ah, no! Così non vale!» Disse lei, notando come i pantaloni di lui non avessero ancora perso la piega. Ma prima che la mano di lei raggiungesse la patta dei pantaloni, lui, preso da un ultimo impeto di dignità esclamò: «Ora non esageriamo, cazzo!» e infilò la porta del locale.
Così lei rimase nel bar, delusa, asciugando con l'indice il fondo di zucchero del suo doppio cappuccino e leccandosi poi voluttuosamente il dito.
Lui corse a casa, dove la mamma provvedeva a riporgli nei cassetti gli indumenti accuratamente stirati. Si cambiò subito e sembrò che non fosse successo niente.
Lui era un giovane e brillante ricercatore universitario, lei una donna comune alla ricerca disperata di non si sa cosa.
Lei frequenta ancora il bar, nella speranza di incontrarlo e scoprire finalmente cosa contenessero quei pantaloni dalla piega perfetta.
Anche lui frequenta ancora il bar, ma solo quando lei non c'è. E se per caso la vede fa in modo di tenerla a distanza. Eppure, perché deve arrivare al bancone a prendere il suo caffè, o perché deve uscire proprio mentre lei sta entrando, va sempre a finire che la sfiora appena. Con compostezza.
Perché una parte di lui, chissà quale, in realtà desidera fortemente che lei riesca nel suo intento.
Lei lo notò subito: lui era così compunto. Era affascinata dagli uomini compunti con i capelli a posto e gli occhiali con la montatura leggera. Il suo primo impulso fu di urtarlo, 'per caso' per vedere se gli occhiali si sarebbero storti sul naso, almeno un pochino.
Lui la notò subito. Era cosi disordinata. Lui detestava le donne disordinate e lei lo era davvero, con quei capelli che andavano da tutte le parti e la minigonna completamente girata davanti-dietro. Il suo primo impulso fu di urtarla 'per caso' e raddrizzare quella stupida gonna.
Ma lui non cedeva mai ai suoi impulsi.
Lei invece cedeva sempre. Era nella sua natura.
Lui la guardò dall'alto, arricciando appena le labbra in segno di, non disprezzo, no. Sarebbe stato eccessivo. Distacco è più corretto.
Lei gli rispose guardandolo dritto negli occhi. Ma poi distolse lo sguardo, perché non reggeva a lungo nessun contatto.
Lui fu contento della vittoria, anche perché non reggeva a lungo nemmeno lui.
Fu per evitare di guardarla che lui non fece attenzione a dove stava andando.
Lei, invece, sapeva benissimo quello che faceva: urtò con precisione il gomito del braccio destro, proprio mentre lui stava sorseggiando il suo espresso nero, con mezzo cucchiaino di zucchero.
Solo che, distratta com'era, lei sbagliò mira e il liquido bollente andò a finire tutto sulla sua camicetta nuova, che era l'unico indumento stirato che possedeva.
«Cazzo.Cazzo.Cazzo!» gridò lei mentre si sganciava in fretta i bottoni, già pensando all'ustione.
«Oh, beh» disse lui. E quel 'oh, beh' valeva più di mille cazzi.
Indispettita, con un'approssimativa manata, lei gli stropicciò giacchetta e camicia ed ebbe comunque la sua soddisfazione.
«Ah, no!» disse lui, senza perdere l'aplomb, e con un veloce aggancio tentò di rigirarle per bene quella stupida gonna. E si ferì la mano perché la gonna era appuntata con cinquanta spilli al posto dell'orlo.
Gocciolando sangue in terra lui, già più scompostamente disse: «Devo andare al pronto soccorso, chiamate un'ambulanza»
«Cosa vuoi che sia, a me succede sempre» fece spallucce lei, per niente commossa dal dolore che i suoi duecento spilli avevano ingiustamente provocato.
Lui le mostrò la mano ferita e nel farlo gocciò sangue sul reggiseno candido di lei.
«Che schifo» disse lei, disordinata sì, ma schizzinosetta. «Vuoi anche spalmarmi di merda, già che ci sei?»
«Perché no?» Domandò lui, elettrizzato dalla proposta, che toccava proprio il suo punto debole.
Indispettita lei gli tirò addosso il suo cappuccino doppio caffè e triplo zucchero.
Mentre il liquido bollente gli finiva nel colletto della camicia, lui provvedeva con maestria a sbottonarsi, fino a rimanere in maglia della salute,.
«Che orrore!» esclamò lei, alla vista della tremenda maglietta, ormai irrimediabilmente macchiata anch'essa. Compresa la brutta figura lui provvide a levarsi anche quella, esibendo un fisico magrolino e un po' panzuto, tipicamente da studioso.
«Ah, no! Così non vale!» Disse lei, notando come i pantaloni di lui non avessero ancora perso la piega. Ma prima che la mano di lei raggiungesse la patta dei pantaloni, lui, preso da un ultimo impeto di dignità esclamò: «Ora non esageriamo, cazzo!» e infilò la porta del locale.
Così lei rimase nel bar, delusa, asciugando con l'indice il fondo di zucchero del suo doppio cappuccino e leccandosi poi voluttuosamente il dito.
Lui corse a casa, dove la mamma provvedeva a riporgli nei cassetti gli indumenti accuratamente stirati. Si cambiò subito e sembrò che non fosse successo niente.
Lui era un giovane e brillante ricercatore universitario, lei una donna comune alla ricerca disperata di non si sa cosa.
Lei frequenta ancora il bar, nella speranza di incontrarlo e scoprire finalmente cosa contenessero quei pantaloni dalla piega perfetta.
Anche lui frequenta ancora il bar, ma solo quando lei non c'è. E se per caso la vede fa in modo di tenerla a distanza. Eppure, perché deve arrivare al bancone a prendere il suo caffè, o perché deve uscire proprio mentre lei sta entrando, va sempre a finire che la sfiora appena. Con compostezza.
Perché una parte di lui, chissà quale, in realtà desidera fortemente che lei riesca nel suo intento.
ale- Inchiostro Blu
- Messaggi : 1299
Località : spostata
Un apprezzamento sincero
Veramente bello.
Veramente comico!
Questo ale è una penna di talento.
Un inchino al valore letterario, e una vigorosa stretta di mano.
Alessandro Venturini
Veramente comico!
Questo ale è una penna di talento.
Un inchino al valore letterario, e una vigorosa stretta di mano.
Alessandro Venturini
ales86- Inchiostro Bianco
- Messaggi : 17
Re: Caffé Burlesque
Delizioso, Ale. Mi è piaciuto molto
Aspide- Inchiostro Blu
- Messaggi : 1953
Località : Montagne appenniniche
Re: Caffé Burlesque
Direi interessante......
2 persone che si evitano ma allo stesso momento si fronteggiano, entrambi si scontrano con la realtà sperando che l'uno o l'altra faccia il primo passo.
Piacevole.......
2 persone che si evitano ma allo stesso momento si fronteggiano, entrambi si scontrano con la realtà sperando che l'uno o l'altra faccia il primo passo.
Piacevole.......
IDEM...- Inchiostro Bianco
- Messaggi : 13
Età : 62
Località : Roma
Re: Caffé Burlesque
bello, sì, mi piace! E' molto simpatico!
laretta- Inchiostro Verde
- Messaggi : 504
Età : 29
:: Vetrina Autori :: Opere :: Ale
Pagina 1 di 1
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.
|
|
Mer 13 Mar 2024, 11:32 Da tiziana
» concorso internazionale poesia e narrativa UN MONTE DI POESIA
Lun 04 Mar 2024, 17:18 Da tiziana
» Premio di Poesia, Narrativa, Teatro e Pittura "Luce dell'Arte" 6^ Edizione
Ven 19 Gen 2024, 19:37 Da carmy77
» concorso letterario internazionale UN MONTE DI POESIA XVI edizione
Mar 15 Feb 2022, 18:26 Da tizianaAbbadia
» IV^ Edizione del Premio di Narrativa, Teatro e Poesia "Il buon riso fa buon sangue". Scadenza bando 20/07/2022
Mer 03 Nov 2021, 19:59 Da carmy77
» UN PONTE TRA NOI - RECENSIONE DI ARMANDO MASCHINI
Dom 21 Mar 2021, 20:52 Da Artemisia
» UN PONTE TRA NOI - RECENSIONE DI GIULIANA PARAGLIOLA
Gio 11 Mar 2021, 18:53 Da Artemisia