il genio italiano
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il genio italiano
Siccome mi da fastidio che ci si dimentichi facilmente dei nostri migliori e più rappresentativi cervelli che in tante parti del mondo hanno tenuto alto il vessillo dell’Italia, mi pregio di segnalare l’articolo seguente comparso sulla stampa qualche mese fa.
Tratto dalla Gazzetta del Menabò del 14/02/2013
di Alfio Paparella
L’invenzione dell’ombrello è databile al 1886, per la straordinaria intuizione di un italoamericano, l’ing. Adolfo Gaio Cacco di Tannora, un ingegnere idraulico di grande esperienza, osservatore dei fenomeni meteorologici e appassionato di alpinismo e lotta greco-romana.
Prima dell’ombrello inventò il cesto per frutta secca e la bottiglia goffrata, gli si attribuisce anche uno studio sulle calzature per insetti. Inoltre, ancorché manchino elementi certi, pare che il geniale inventore sia stato il primo a elaborare la formula dell’acqua da toeletta al sentore di merda, un prodotto fortemente innovativo ma che non ebbe grande successo presso la società spocchiosa e snob dell’epoca.
Cultore di uno stile di vita sano e vicino alla natura, scrisse un saggio sui benefici dell'onanismo campestre e un trattato sul sesso biologico e sulla riproduzione biodiversificata della specie umana.
Per quanto attiene all’ombrello il Cacco, nella sua autobiografia “Se piove non guardare in alto” osservò che nelle brutte giornate le persone tendevano a ripararsi la testa con tegole, ruote di carri, fascine di sterpi e mensole in calcestruzzo, senza però risolvere il problema in modo efficace.
Inizialmente progettò una tegola con manico che chiamò “tegolello”, successivamente una ruota di carro con asta centrale, il “ruotello”, quindi una fascina sostenuta da due paranchi, il “fasciello”. Il “calcestrello” quasi gli costò la vita perché per un cedimento strutturale gli cadde sulla testa procurandogli molto dolore. Infine, in una giornata di fine luglio primi di agosto, ebbe l’intuizione geniale.
Mentre si faceva la doccia e l’acqua scrosciava con violenza sulla pelata, intrecciò le dita e si portò le mani alla testa per ripararsi, quell’istante segnò la svolta epocale che conosciamo e decretò la fine dell’umanità bagnata.
L’ing. Cacco notò due cose sostanziali: la forma a ombrello delle mani consentiva la defluizione dell’acqua e la propria ombra proiettata sul muro diede il nome all’invenzione.
Lavorò alla scoperta per decenni sino al dicembre del 1886, anno in cui si consumò la sua tragedia personale, infatti, in preda a un profondo stato depressivo per non essere riuscito a inventare l'ombrellino da cocktail, ingoiò una lattuga intera aiutandosi con sorsate della sua acqua da toeletta. Il medico che lo soccorse e che ne annusò l’ultimo respiro, vomitò ininterrottamente per 14 anni prima di prendere i voti.
In una lunga, commovente lettera di commiato al figlio Gonario scrisse: “avrei potuto inventare la chitarra a gasolio invece ho dedicato la vita ad un oggetto che ha asciugato tutte le mie energie e mi ha esposto a una pioggia di critiche”.
Gonario, a un convegno sul gas metano nel 1938, ricordò la figura paterna soprattutto come grande scorreggiatore, oltre che come inventore seriale. “Mio padre è stato la madre che non ho avuto” disse con le lacrime agli occhi.
L’ombrello, nella sua attuale struttura, si presenta come una pertica quando è chiuso e come mezza anguria svuotata e sostenuta da un’asta con manico, quando è aperto.
E’ un oggetto che ancora oggi serve principalmente per ripararsi dalla pioggia e residualmente dal sole. Alcuni, come la sig.ra Maria Poppins, lo usano per compiere piccoli voli aerei ma in questa funzione è stato superato dal deltaplano.
Da chiuso può essere usato come arma di offesa contro chi non la pensa come noi e bastone per picchiare i cani.
Il Rottamy club locale ha dedicato al grande uomo una piazza con busto e un piccolo stronzo in marmo bianco di carrara a metaforico ricordo.
Tratto dalla Gazzetta del Menabò del 14/02/2013
di Alfio Paparella
L’invenzione dell’ombrello è databile al 1886, per la straordinaria intuizione di un italoamericano, l’ing. Adolfo Gaio Cacco di Tannora, un ingegnere idraulico di grande esperienza, osservatore dei fenomeni meteorologici e appassionato di alpinismo e lotta greco-romana.
Prima dell’ombrello inventò il cesto per frutta secca e la bottiglia goffrata, gli si attribuisce anche uno studio sulle calzature per insetti. Inoltre, ancorché manchino elementi certi, pare che il geniale inventore sia stato il primo a elaborare la formula dell’acqua da toeletta al sentore di merda, un prodotto fortemente innovativo ma che non ebbe grande successo presso la società spocchiosa e snob dell’epoca.
Cultore di uno stile di vita sano e vicino alla natura, scrisse un saggio sui benefici dell'onanismo campestre e un trattato sul sesso biologico e sulla riproduzione biodiversificata della specie umana.
Per quanto attiene all’ombrello il Cacco, nella sua autobiografia “Se piove non guardare in alto” osservò che nelle brutte giornate le persone tendevano a ripararsi la testa con tegole, ruote di carri, fascine di sterpi e mensole in calcestruzzo, senza però risolvere il problema in modo efficace.
Inizialmente progettò una tegola con manico che chiamò “tegolello”, successivamente una ruota di carro con asta centrale, il “ruotello”, quindi una fascina sostenuta da due paranchi, il “fasciello”. Il “calcestrello” quasi gli costò la vita perché per un cedimento strutturale gli cadde sulla testa procurandogli molto dolore. Infine, in una giornata di fine luglio primi di agosto, ebbe l’intuizione geniale.
Mentre si faceva la doccia e l’acqua scrosciava con violenza sulla pelata, intrecciò le dita e si portò le mani alla testa per ripararsi, quell’istante segnò la svolta epocale che conosciamo e decretò la fine dell’umanità bagnata.
L’ing. Cacco notò due cose sostanziali: la forma a ombrello delle mani consentiva la defluizione dell’acqua e la propria ombra proiettata sul muro diede il nome all’invenzione.
Lavorò alla scoperta per decenni sino al dicembre del 1886, anno in cui si consumò la sua tragedia personale, infatti, in preda a un profondo stato depressivo per non essere riuscito a inventare l'ombrellino da cocktail, ingoiò una lattuga intera aiutandosi con sorsate della sua acqua da toeletta. Il medico che lo soccorse e che ne annusò l’ultimo respiro, vomitò ininterrottamente per 14 anni prima di prendere i voti.
In una lunga, commovente lettera di commiato al figlio Gonario scrisse: “avrei potuto inventare la chitarra a gasolio invece ho dedicato la vita ad un oggetto che ha asciugato tutte le mie energie e mi ha esposto a una pioggia di critiche”.
Gonario, a un convegno sul gas metano nel 1938, ricordò la figura paterna soprattutto come grande scorreggiatore, oltre che come inventore seriale. “Mio padre è stato la madre che non ho avuto” disse con le lacrime agli occhi.
L’ombrello, nella sua attuale struttura, si presenta come una pertica quando è chiuso e come mezza anguria svuotata e sostenuta da un’asta con manico, quando è aperto.
E’ un oggetto che ancora oggi serve principalmente per ripararsi dalla pioggia e residualmente dal sole. Alcuni, come la sig.ra Maria Poppins, lo usano per compiere piccoli voli aerei ma in questa funzione è stato superato dal deltaplano.
Da chiuso può essere usato come arma di offesa contro chi non la pensa come noi e bastone per picchiare i cani.
Il Rottamy club locale ha dedicato al grande uomo una piazza con busto e un piccolo stronzo in marmo bianco di carrara a metaforico ricordo.
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Bisogna vivere bene da vivi perché da morti non si sa.
granchio da Philosopharum crostacei
granchio- Admin
- Messaggi : 3004
Località : sardegna
Re: il genio italiano
Ahahaha... granchio, un articolo molto divertente
Questo Adolfo Gaio Cacco di Tannora era un geniaccio. Il "tegolelello" doveva essere proprio carino. Comprerò senz'altro la sua autobiografia "Se piove non guardare in alto”
Questo Adolfo Gaio Cacco di Tannora era un geniaccio. Il "tegolelello" doveva essere proprio carino. Comprerò senz'altro la sua autobiografia "Se piove non guardare in alto”
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"Se uno sogna da solo, è solo un sogno. Se molti sognano insieme, è l'inizio di una nuova realtà."
(Friedensreich Hundertwasser)
Artemisia- Admin
- Messaggi : 5381
Re: il genio italiano
Confesso che ignoravo queste interessanti informazioni su un oggetto di pubblica utilità come l'ombrello. In verità credevo che l'avesse inventato Altan, il disegnatore friuliano che ha esaltato la polifunzionalità soprattutto di quello puntuto, che si può dare o ricevere (i più lo ricevono) in alternativa alla banana.
A fare da colonna sonora a questo bel pezzo di giornalismo, ci metterei "L'ombrello di mio fratello" del grande E.Jannacci.
Comunque grazie gra; ti è bastato un ombrello per acculturarmi e sollevarmi l'umore.
A fare da colonna sonora a questo bel pezzo di giornalismo, ci metterei "L'ombrello di mio fratello" del grande E.Jannacci.
Comunque grazie gra; ti è bastato un ombrello per acculturarmi e sollevarmi l'umore.
lauramegali- Inchiostro Giallo
- Messaggi : 343
Località : valle dei laghi
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