Il mezzo fritto di Marcovaldo
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Il mezzo fritto di Marcovaldo
Accadde che la moglie Domitilla, per ragioni sue, comprò una grande quantità di salciccia. E per tre sere di seguito a cena Marcovaldo trovò salciccia e rape. Ora, quella salciccia doveva essere di cane; solo l'odore bastava a fargli scappare l'appetito. Quanto alle rape, quest'ortaggio pallido e sfuggente era il solo vegetale che Marcovaldo non avesse mai potuto soffrire.
A mezzogiorno, di nuovo: la sua salciccia e rape fredda e grassa lì nella pietanziera. Smemorato com'era, svitava sempre il coperchio con curiosità e ghiottoneria, senza ricordarsi quel che aveva mangiato ieri a cena, e ogni giorno era la stessa delusione. Il quarto giorno, ci ficcò dentro la forchetta, annusò ancora una volta, s'alzò dalla panchina, e reggendo in mano la pietanziera aperta s'avviò distrattamente per il viale. I passanti vedevano quest'uomo che passeggiava con in una mano una forchetta e nell'altra un recipiente di salciccia, e sembrava non si decidesse a portare alla bocca la prima forchettata.
Da una finestra un bambino disse: - Ehi, tu, uomo!
Marcovaldo alzò gli occhi. Dal piano rialzato di una ricca villa, un bambino stava con i gomiti puntati al davanzale, su cui era posato un piatto.
- Ehi, tu, uomo! Cosa mangi?
Salciccia e rape!
- Beato te! - disse il bambino.
- Eh... - fece Marcovaldo, vagamente.
- Pensa che io dovrei mangiare fritto di cervella...
Marcovaldo guardò il piatto sul davanzale. C'era una frittura di cervella morbida e riccioluta come un cumulo di nuvole. Le narici gli vibrarono.
- Perché: a te non piace, il cervello?... - chiese al bambino.
- No, m'hanno chiuso qui in castigo perché non voglio mangiarlo. Ma io lo butto dalla finestra.
- E la salciccia ti piace?
- Oh, sì, sembra una biscia... A casa nostra non ne mangiamo mai...
- Allora tu dammi il tuo piatto e io ti do il mio.
Evviva! - Il bambino era tutto contento. Porse all'uomo il suo piatto di maiolica con una forchetta d'argento tutta ornata, e l'uomo gli diede la pietanziera colla forchetta di stagno.
Così si misero a mangiare tutti e due: il bambino al davanzale e Marcovaldo seduto su una panchina lì di fronte, tutti e due leccandosi le labbra e dicendosi che non avevano assaggiato mai un cibo così buono.
Quand'ecco, alle spalle del bambino compare una governante colle mani sulle anche.
- Signorino! Dio mio! Che cosa mangia?
- Salciccia! - fa il bambino.
- E chi gliel'ha data?
- Quel signore lì, - e indicò Marcovaldo che interruppe il suo lento e diligente mastichio d'un boccone di cervello.
- Butti via! Cosa sento! Butti via!
- Ma è buona...
- E il suo piatto? La forchetta?
- Ce l'ha il signore... - e indicò di nuovo Marcovaldo che teneva la forchetta in aria con infilzato un pezzo di cervello morsicato.
Quella si mise a gridare: - Al ladro! Al ladro! Le posate!
Marcovaldo s'alzò, guardò ancora un momento la frittura lasciata a metà, s'avvicinò alla finestra, posò sul davanzale piatto e forchetta, fissò la governante con disdegno, e si ritrasse. Sentì la pietanziera rotolare sul marciapiede, il pianto del bambino, lo sbattere della finestra che veniva richiusa con mal garbo. Si chinò a raccogliere pietanziera e coperchio. S'erano un po' ammaccati; il coperchio non avvitava più bene. Cacciò tutto in tasca e andò al lavoro.
Calvino, Marcovaldo
Fritto alla romana
Ingredienti:
100 gr. di cervella di abbacchio o di vitello
100 gr. di animelle di abbacchio
100 gr. di mozzarella
100 gr. di ricotta
2 carciofi
100 gr. di ortaggi di stagione
100 gr. di mele
Cervello e animelle andrebbero preparati in un modo abbastanza laborioso, quindi meglio comprarli già preparati.
La mozzarella e la ricotta si tagliano in pezzetti di circa cinque centimetri (questo dovreste essere in grado di farlo).
I carciofi si puliscono e si tagliano a spicchi.
A questi ingredienti-base si aggiungono gli ortaggi di stagione: cavolfiori, melanzane, zucchine, funghi, oltre alle mele.
Una volta che tutti gli ingredienti sono pronti e tagliati, si infarinano ancora umidi, così che la farina si attacchi bene, si passano nell'uovo sbattuto e si friggono in olio d'oliva, o, se avete un olio d'oliva del tipo di quelli fatti da Marchionne in Fiat, usate l'olio d'arachide che non tradisce mai.
A mezzogiorno, di nuovo: la sua salciccia e rape fredda e grassa lì nella pietanziera. Smemorato com'era, svitava sempre il coperchio con curiosità e ghiottoneria, senza ricordarsi quel che aveva mangiato ieri a cena, e ogni giorno era la stessa delusione. Il quarto giorno, ci ficcò dentro la forchetta, annusò ancora una volta, s'alzò dalla panchina, e reggendo in mano la pietanziera aperta s'avviò distrattamente per il viale. I passanti vedevano quest'uomo che passeggiava con in una mano una forchetta e nell'altra un recipiente di salciccia, e sembrava non si decidesse a portare alla bocca la prima forchettata.
Da una finestra un bambino disse: - Ehi, tu, uomo!
Marcovaldo alzò gli occhi. Dal piano rialzato di una ricca villa, un bambino stava con i gomiti puntati al davanzale, su cui era posato un piatto.
- Ehi, tu, uomo! Cosa mangi?
Salciccia e rape!
- Beato te! - disse il bambino.
- Eh... - fece Marcovaldo, vagamente.
- Pensa che io dovrei mangiare fritto di cervella...
Marcovaldo guardò il piatto sul davanzale. C'era una frittura di cervella morbida e riccioluta come un cumulo di nuvole. Le narici gli vibrarono.
- Perché: a te non piace, il cervello?... - chiese al bambino.
- No, m'hanno chiuso qui in castigo perché non voglio mangiarlo. Ma io lo butto dalla finestra.
- E la salciccia ti piace?
- Oh, sì, sembra una biscia... A casa nostra non ne mangiamo mai...
- Allora tu dammi il tuo piatto e io ti do il mio.
Evviva! - Il bambino era tutto contento. Porse all'uomo il suo piatto di maiolica con una forchetta d'argento tutta ornata, e l'uomo gli diede la pietanziera colla forchetta di stagno.
Così si misero a mangiare tutti e due: il bambino al davanzale e Marcovaldo seduto su una panchina lì di fronte, tutti e due leccandosi le labbra e dicendosi che non avevano assaggiato mai un cibo così buono.
Quand'ecco, alle spalle del bambino compare una governante colle mani sulle anche.
- Signorino! Dio mio! Che cosa mangia?
- Salciccia! - fa il bambino.
- E chi gliel'ha data?
- Quel signore lì, - e indicò Marcovaldo che interruppe il suo lento e diligente mastichio d'un boccone di cervello.
- Butti via! Cosa sento! Butti via!
- Ma è buona...
- E il suo piatto? La forchetta?
- Ce l'ha il signore... - e indicò di nuovo Marcovaldo che teneva la forchetta in aria con infilzato un pezzo di cervello morsicato.
Quella si mise a gridare: - Al ladro! Al ladro! Le posate!
Marcovaldo s'alzò, guardò ancora un momento la frittura lasciata a metà, s'avvicinò alla finestra, posò sul davanzale piatto e forchetta, fissò la governante con disdegno, e si ritrasse. Sentì la pietanziera rotolare sul marciapiede, il pianto del bambino, lo sbattere della finestra che veniva richiusa con mal garbo. Si chinò a raccogliere pietanziera e coperchio. S'erano un po' ammaccati; il coperchio non avvitava più bene. Cacciò tutto in tasca e andò al lavoro.
Calvino, Marcovaldo
Fritto alla romana
Ingredienti:
100 gr. di cervella di abbacchio o di vitello
100 gr. di animelle di abbacchio
100 gr. di mozzarella
100 gr. di ricotta
2 carciofi
100 gr. di ortaggi di stagione
100 gr. di mele
Cervello e animelle andrebbero preparati in un modo abbastanza laborioso, quindi meglio comprarli già preparati.
La mozzarella e la ricotta si tagliano in pezzetti di circa cinque centimetri (questo dovreste essere in grado di farlo).
I carciofi si puliscono e si tagliano a spicchi.
A questi ingredienti-base si aggiungono gli ortaggi di stagione: cavolfiori, melanzane, zucchine, funghi, oltre alle mele.
Una volta che tutti gli ingredienti sono pronti e tagliati, si infarinano ancora umidi, così che la farina si attacchi bene, si passano nell'uovo sbattuto e si friggono in olio d'oliva, o, se avete un olio d'oliva del tipo di quelli fatti da Marchionne in Fiat, usate l'olio d'arachide che non tradisce mai.
nick mano fredda- Inchiostro Verde
- Messaggi : 990
Località : Roma
Re: Il mezzo fritto di Marcovaldo
Complimenti. Pezzo gustosissimo e ricetta interessante. Bravo.
Bucaneve88- Inchiostro Bianco
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Età : 35
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