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un amore di Jean-Paul

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Messaggio Da laretta Ven 20 Set 2013, 15:06

UN AMORE DI JEAN-PAUL

-Buongiorno. Sono Jean-Paul, ho quarant' anni, sono insegnante di lettere in una scuola parigina periferica.-
-E, mi dica, cosa la porta qui, oggi, in questo studio?-
-Beh... io... sento di non essere del tutto realizzato. -
-A cosa associa questa sua sensazione?-
-...Forse al fatto che non sono sposato, e non ho dei figli. E sento che il tempo scorre, e...non vorrei fare tardi,ecco. -
-Conosce una donna che potrebbe...accontentarla? E' comune come atteggiamento: lei potrebbe essere interessato ad una donna, ma retrocede o lo nega a sè stesso per timore , per paura di affrontare una situazione nuova, che desidera ma non conosce allo stesso tempo- .
-...Ehm... mi faccia pensare... allora, conosco... Alice,ma è la preside della scuola, e intratteniamo rapporti strettamente professionali, è sposata,e... mi sembra la tipica donnina provinciale che si dedica anima e corpo al marito... troppo casalinga, come educazione. Noiosa-.
-Quindi, è un no?-
-No,no,lei assolutamente no.-
-Bene...prosegua. Chi altro?-
-Mm... Lucille. Ma è giovanissima, e ingenua...non mi sembra molto matura, no. -
-D'accordo. Chi resta?-.

-Perchè esita?-
-Perchè... insomma, ci sarebbe...Marie...-
-Okay, Marie. Parliamone. Sembra ci sia qualcosa da dire, data la sua titubanza-.
-Sì, in realtà... è... molto dolce, e intelligente. Insegna letteratura classica... abbiamo molto in comune, come gusti, dico-.
-Ah, ci ha già parlato in maniera ... approfondita, diciamo?-
-Sì...noi...siamo usciti, per un caffè, una volta-.

La giornata soleggiata illuminava il parco. Bambini si rincorrevano sull'enorme prato, nell'aria riecheggiava una brezza autunnale e il suono cristallino di un fiumiciattolo che si scontrava su sporgenti ciottoli.
Jean-Paul e Marie siedono presso un baretto romantico.
-Io credo... che Seneca avesse ragione: Dio è in noi, e nulla è più ipocrita dei rituali e dei gesti sacrificali...-
-Sono d'accordo-, rispose lei. -Riti che, per "ingraziarsi gli dèi", portano un padre ad uccidere la propria figlia, come nel caso descritto da Lucrezio nel De Rerum Natura-
-Già. E secondo me, la maggior parte delle persone che oggi vanno in Chiesa, lo fanno senza minimamente sentire il contatto con la fede. Lo fanno per abitudine, tutto qui-.
-Assolutamente vero. Tanto vale non andarci. Anche perchè una volta sono entrata, durante una funzione religiosa, in una chiesetta, e c'erano persone che scrivevano messaggi sul cellulare,o che parlavano tra loro come fossero al bar... non c'è più rispetto. Perchè andarci,allora?Per essere riconosciuti in una dimensione sociale rispettabile?-.
Jean-Paul annuiva, e la guardava. Marie aveva due grandi occhi nocciola, capelli color cioccolato, corti e mossi, e un bel collo, classicamente esile e sensuale. Spalle che ricadevano morbide, un bel corpicino magro, ma non troppo. La letteratura classica le stava a pennello, pensava, ...
-...perchè sembra proprio una statua greca- , gli sfuggì di bocca la conclusione dei suoi pensieri.
Marie lo fissò negli occhi, sorridendo imbarazzata.
Jean-Paul cercò di rimediare. Era stato troppo sfrontato! Chissà cosa avrebbe pensato! Che sono innamorato perso! E non è la verità? Sì,ma lei molto probabilmente non lo è, Jean-Paul! Non lo è!
-Ehm... scusami, io... pensavo... ad altro... non che non ti stessi ascoltando,eh? Ti ascoltavo...è... che...i pensieri hanno preso forma tra le labbra...io...non so perchè...- , cercava di giustificarsi,gesticolando animatamente.
Marie lo guardava, sorridendo dolcemente. Poi,gli prese una mano tra le sue.
-E' stato molto bello sentire un così bel complimento da parte tua, Jean-Paul-.

-...E poi?-
-...E poi cosa?-
-Beh, com'è finita?Vi siete rivisti dopo quella volta?-
-Ehm...noi...no...-
-Come no?Perchè?-
-Io ero imbarazzato! Che potevo dirle , dopo quella volta?-.
-...Si lasci dare un consiglio, da terapeuta a paziente: si lasci andare. Lei è frenato dal fatto che da molto tempo non ha a che fare con una donna, e ha paura di fare brutte figure. Ma se vede che Marie prova interesse... abbandoni questa opinione negativa e timorosa che ha di sè stesso, e si butti! Si sentirà meglio, più sicuro di sè!-
-...Dice?-
-Dico, dico-.
-D'accordo-.

Nella notte fresca, solo due sagome occupavano il marciapiede della strada illuminata da barocchi lampioni. Camminavano vicine, a braccetto, allo stesso passo. Ogni tanto , qualche risata prorompeva da loro.
-Grazie della serata, Jean-Paul. Sei buffo a volte, ma simpatico- , rideva lei.
-Allora, ci potremmo...- Jean-Paul raggrumò tutto il coraggio che aveva in cuore, -...rivedere?Si può rifare, questa...cosa?- .
-...Quando vuoi. Buona notte, ci vediamo... a scuola! Ah ah, che buffo...mi sembra di essere tornata ai tempi del liceo!- e, avvicinandosi a lui, gli diede un lungo e morbido bacio sulla guancia.
-...Ci vediamo domani-, rispose lui. -Buona notte...e sogni d'oro!-.
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