SERAFINO...CERVELLO FINE
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SERAFINO...CERVELLO FINE
SERAFINO... CERVELLO FINE
“Figlio di puttana! Sei uno sporco guardone!” Gridava Biagio con un forcone e un coltello in mano mentre rincorreva Serafino che si era appostato sotto la finestra della figlia, masturbandosi di fronte a quella nuda bellezza. “Se ti prendo giuro che ti castro” continuava a gridare.
Non che Lucia non si fosse accorta di quella presenza anzi si divertiva a provocare e farsi ammirare in mille pose lanciando sguardi ammiccanti con la sfrontatezza dei suoi diciotto anni.
Serafino non era il suo tipo, oltre ad essere rozzo e grezzo, sembrava che il Signore si fosse divertito sul suo viso dimenticandosi del criterio di proporzionalità. Ma siccome per far sesso non era indispensabile una bella faccia, Lucia pensò che per calmare i suoi bollenti spiriti poteva sorvolare sull'estetica.
Quella sera Biagio era a bivaccare fuori casa con gli amici, non capitava spesso, e Lucia ne approfittò per sgattaiolare dalla finestra e raggiungere la fattoria di Serafino. Lo trovò seduto su un gradino a parlare con le sue pecore e gli disse “Cosa fai qui al buio?”
“Non so con chi parlare e parlo con loro.”
Lucia si sbottonò la camicetta e gli mostrò i seni appena sbocciati, poi si fece scivolare la gonna mentre Serafino incominciò ad eccitarsi.
“Non qui” disse la ragazza mentre lo trascinava nel fienile. Lo spinse sulla paglia e iniziò a svestirlo e a leccargli le parti scoperte.
“Ho i brividi” disse il giovane “non mi verrà mica la febbre?”
“Cosa dici, concentrati altrimenti non si crea l'atmosfera...”
D'un tratto Lucia si fermò dicendo “ Ora leccami tu”
“Non ci riuscirei, la salivazione mi si è azzerata e la lingua è secca da sembrare anestetizzata”
La ragazza si stizzì e lo incitò a mostrare la sua mascolinità.
Serafino “colpito nel suo onore” si buttò a pesce sulla ragazza iniziando a palparla e a baciarla,
finché stanco e appagato si abbandonò supino da sembrare morto. Lucia gli parlò e visto che non rispondeva e non apriva gli occhi si disse” porca l'oca! Vuoi vedere che sto' deficiente è svenuto?”
Presa dal panico, corse verso casa a chiamare Biagio che era appena rincasato.
L'uomo si munì di forcone e si diresse verso la fattoria gridando “Bastardo stupratore! Ora, quanto è vero che mi chiamo Biagio, ti farò passare per sempre la voglia delle femmine!”
Quelle urla scossero Serafino che subito rinvenne e balzò come un razzo fuori dal fienile dileguandosi nel buio.
“Con te facciamo i conti a casa” disse Biagio con il sangue agli occhi a Lucia...Ti aspettano botte da orbi...
Ma la ragazza scappò e inciampò in un cespuglio dietro il quale, rannicchiato, si era nascosto Serafino “A momenti mi facevi scoppiare il cuore dalla paura!” disse il giovane.
“Dai, Serafino facciamolo ancora!” e mentre Lucia si denudava Serafino sudava “Rivestiti subito! Non senti la voce di tuo padre? Mi vuoi morto?”
“ Non se ne accorgerà se facciamo in fretta e senza far rumore!”
“Vedi, che se ci riprovo è probabile che svengo ancora!”
Allora Lucia capì e incominciò a picchiarlo gridando” Bastardo! Stronzo! Hai finto di svenire! Ti sei preso gioco di me!”
Le grida attirarono l'attenzione di Biagio, e mentre Serafino se la dava a gambe levate Lucia e Biagio lo rincorrevano continuando ad imprecare dalla rabbia.
“Figlio di puttana! Sei uno sporco guardone!” Gridava Biagio con un forcone e un coltello in mano mentre rincorreva Serafino che si era appostato sotto la finestra della figlia, masturbandosi di fronte a quella nuda bellezza. “Se ti prendo giuro che ti castro” continuava a gridare.
Non che Lucia non si fosse accorta di quella presenza anzi si divertiva a provocare e farsi ammirare in mille pose lanciando sguardi ammiccanti con la sfrontatezza dei suoi diciotto anni.
Serafino non era il suo tipo, oltre ad essere rozzo e grezzo, sembrava che il Signore si fosse divertito sul suo viso dimenticandosi del criterio di proporzionalità. Ma siccome per far sesso non era indispensabile una bella faccia, Lucia pensò che per calmare i suoi bollenti spiriti poteva sorvolare sull'estetica.
Quella sera Biagio era a bivaccare fuori casa con gli amici, non capitava spesso, e Lucia ne approfittò per sgattaiolare dalla finestra e raggiungere la fattoria di Serafino. Lo trovò seduto su un gradino a parlare con le sue pecore e gli disse “Cosa fai qui al buio?”
“Non so con chi parlare e parlo con loro.”
Lucia si sbottonò la camicetta e gli mostrò i seni appena sbocciati, poi si fece scivolare la gonna mentre Serafino incominciò ad eccitarsi.
“Non qui” disse la ragazza mentre lo trascinava nel fienile. Lo spinse sulla paglia e iniziò a svestirlo e a leccargli le parti scoperte.
“Ho i brividi” disse il giovane “non mi verrà mica la febbre?”
“Cosa dici, concentrati altrimenti non si crea l'atmosfera...”
D'un tratto Lucia si fermò dicendo “ Ora leccami tu”
“Non ci riuscirei, la salivazione mi si è azzerata e la lingua è secca da sembrare anestetizzata”
La ragazza si stizzì e lo incitò a mostrare la sua mascolinità.
Serafino “colpito nel suo onore” si buttò a pesce sulla ragazza iniziando a palparla e a baciarla,
finché stanco e appagato si abbandonò supino da sembrare morto. Lucia gli parlò e visto che non rispondeva e non apriva gli occhi si disse” porca l'oca! Vuoi vedere che sto' deficiente è svenuto?”
Presa dal panico, corse verso casa a chiamare Biagio che era appena rincasato.
L'uomo si munì di forcone e si diresse verso la fattoria gridando “Bastardo stupratore! Ora, quanto è vero che mi chiamo Biagio, ti farò passare per sempre la voglia delle femmine!”
Quelle urla scossero Serafino che subito rinvenne e balzò come un razzo fuori dal fienile dileguandosi nel buio.
“Con te facciamo i conti a casa” disse Biagio con il sangue agli occhi a Lucia...Ti aspettano botte da orbi...
Ma la ragazza scappò e inciampò in un cespuglio dietro il quale, rannicchiato, si era nascosto Serafino “A momenti mi facevi scoppiare il cuore dalla paura!” disse il giovane.
“Dai, Serafino facciamolo ancora!” e mentre Lucia si denudava Serafino sudava “Rivestiti subito! Non senti la voce di tuo padre? Mi vuoi morto?”
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