Assenze

Era il terzo anniversario di matrimonio e Marica aveva iniziato i preparativi almeno una settimana prima perché voleva che tutto fosse perfetto.
Aveva un marito ballerino che a volte spariva, anche per settimane, inseguendo l’avventura del momento, ma poi tornava. Tornava sempre da lei.
Aprì la dispensa e controllò le bottiglie di vino che aveva comprato. Le erano costate una fortuna, ma i soldi erano solo un dettaglio: l’unica cosa che contava era vederlo felice.
Si fece tardi, fuori la luce al neon di un locale si accendeva e si spegneva. A Marica pareva un cuore che pulsa.

Non sono una particolare amante dei finali aperti (colpa mia, lo ammetto), questo drabble tuttavia conserva un particolare fascino. Aspetti fino alla fine la rivelazione che dovrà chiarire il rapporto fra la protagonista Marica e il marito, e immaginandolo a seconda della propria personalità (un lettore magari avrebbe potuto pensare che il marito sarebbe tornato anche questa volta, magari un altro che era morto, un altro ancora avrebbe pensato che era Marica ad essere morta, e stesse aspettando che il marito la raggiungesse all'aldilà, e così via). Invece l'amaro che lascia in bocca (ovviamente in senso positivo) il non sapere il destino dei protagonisti, ci accomuna proprio con Marica. L'attesa che strugge lei è la medesima che colpisce il lettore.
Per questo mi è piaciuto, ti faccio i miei complimenti.

Grazie, Fading. Non tutti apprezzano i finali aperti, invece io trovo che ci sia un sacco di sottotesto e mi piace lasciare carta bianca al lettore. Naturalmente adoro leggere racconti senza un finale vero e proprio, basta che non sia criptico. Grazie per il commento

Bello!
Mi da l'idea di un finale (chiaramente aperto), della conclusione di qualcosa.
Niente da ridire, Complimenti!

P.S. volevo solo dirti che io l'ultima frase (A Marica pareva un cuore che pulsa.), l'avrei scritta così: "A Marica pareva un cuore pulsante" - oppure "A Marica pareva un cuore che pulsava"

Ciao

Grazie per il commento, Nuccio. Anni fa lessi un libro che si intitolava "Donne che amano troppo" e molti racconti sono nati su quella scia... A presto e in bocca al lupo per la selezione.

Grazie.
Un "in bocca al lupo" anche a te.

Okay... Ti uccido. Mi viene voglia di sapere come va a finire quindi come si evince sono rimasto molto coinvolto. Non so che dire, quindi chiudo porgendo i più sentiti complimenti.

E l'interazione con il lettore dove la mettiamo? I finali aperti nascono per lasciare spazio a voi, sono racconti interattivi. Nella mia testa lui è un'opportunista che se ne frega di compleanni e anniversari e si fa gli affari suoi. Diserta la cena e si farà vivo solo quando gli fa comodo per sfruttare la sitazione o ricaricare le batterie. Un vampiro emozionale, purtroppo ne ho incontrati pure io...

la tensione dell'attesa per quell'assenza è palpabile, sa di docezza e tristezza questo racconto e viene voglia di continuare a leggere.

Grazie Gemma, un bel commento il tuo

Bello, e bello anche il commento di Fading Away. Io concordo sul "cuore che pulsa" ma avrei messo il punto prima di "ma poi tornava, tornava sempre da lei".