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Che ci fate qui? - Concorso letterario "Doppio Binario" - 2) Storie dell'altro mondo

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Messaggio Da Franco Feliciani Lun 19 Giu 2017, 15:37

Che ci fate qui?
Ascolto chiaramente ogni parola, ma non riesco a muovermi, sono come paralizzato. Aspetta, forse sto dormendo e questo è un sogno. No…che dice Piera?Sta raccontando alcuni episodi della nostra vita ad Assunta e Filippo, ma perché parla di me come se io non ci fossi? Non mi vede? Eppure solo bello grosso.
Che dicono questi due? Sono i vicini del piano di sopra, non mi ricordo come si chiamano. Dicono che ero tanto una brava persona? Come «ero?»… Ora non lo sono più? E perché mai? Cosa vi ho fatto?
Chi sta piangendo? Non riesco a vedere chi è. Aspetta, questa non la conosco, perché mi tocca i piedi? Non posso muovermi, diamine, altrimenti la scaccerei via per quanto è brutta.
E’ Antonio che sta piangendo, lo vedo vicino alla mia faccia. Ma che sta succedendo qui? Non vorrei perdere la pazienza ed urlare a tutti che se ne devono andare fuori dai piedi. Vorrei fare colazione, ho fame, cazzo.  Maledizione… non riesco ancora a muovermi.
Facciamo così, ora mi assopisco e quando mi sveglio vado a fare colazione, magari se ne sono andati tutti, fuori dalle scatole. Mamma? Che ci fa qui mamma? Ha fatto tutta quella strada per cosa? Avrebbe dovuto evitare un viaggio così lungo, alla sua età. Possibile che nessuno abbia il sale in zucca in questa famiglia? Oddio, è arrivata anche zia Norina. Quella porta sfiga, mandatela via per favore.
Ora stiamo esagerando, sembra quasi che abbiano organizzato una festa, ed io non riesco a muovermi. Forse se mi concentro, tirando fuori tutta la grinta, potrei riuscire ad articolare le braccia, toccate qualcuno, parlare, emettere qualche cazzo di gemito o rumore. Ma perché non mi sveglio e la facciamo finita?
Come «morto?» Dante dice che sono morto… sarà che ha bevuto troppo, come al solito. Anche i gemelli sono qui, piangono e mi guardano con gli occhi bassi. Cosa sarà successo per renderli così mesti? In genere sono in movimento perpetuo, difficile tenerli così fermi senza una puntata dei Simpson in tv.
Oggi sono tutti così strani, vorrei capire cosa sta accadendo, ma soprattutto perché non riesco a parlare, a muovermi, a dire a questa gente che vorrei stare un po' in pace, fare la mia colazione e poi scendere in strada con Lucky, come ogni sera. Eccolo il pelosone, anche lui con gli occhi bassi ed accucciato sul pavimento. Non avevo mai notato che orecchie lunghe abbia. Non si muove neanche se gli passa vicino un paio di scarpe con i tacchi alti. Com’è possibile? In genere abbaia come un forsennato se le vede passare.  Sembra disinteressato a quanto gli accade intorno. Non è da lui. A quest’ora smania come una lepre, segnala di voler scendere in giardino e zampettare. Cosa avete fatto al mio Lucky? Non è normale. Questa storia comincia ad esaurirmi sul serio, devo trovare un modo per interrompere questo estenuante via vai di gente. Da che dipenderà mai? Forse ho dimenticato qualche ricorrenza speciale, forse non mi sono ricordato di controllare sull’agenda. E’ tutto così strano, innaturale.
I parenti li capisco, da come mangiano i biscotti e bevono vino si vede che sono a loro agio, va bene. I vicini di casa passino pure. Ma quei quattro stronzi dell’ufficio che ci fanno qui? Che c’entrano loro? Non mi hanno mai potuto digerire, non fanno che sparlarmi dietro e fregarmi la cancelleria. Una volta mi hanno perfino aperto il cassetto e frugato dentro. Che credevano, che non me ne accorgessi? Sono un tipo metodico io, metto sempre le cose nello stesso modo. Se qualcuno mi fruga dentro i cassetti lo capisco subito, non mi sfugge l’intrusione. Quella mattina si vedeva chiaramente, sarà stato sicuramente Gino Leopoldi, con quelle manone tozze e rugose, sempre unte. C’erano briciole nel cassetto, certamente avevano frugato nella pausa per la colazione. Anche Marco Taschi, con quella mezza offerta un po' affettata di offrirmi il caffè, proprio estratta con le tenaglie da quella tasca piena di ricci. L’ha fatto una volta sola, poi non si è neanche sprecato a replicare la recita. I due cugini biondi non ne parliamo. Mario D’Archi è un raccomandato cronico, lo sanno tutti, e Tonino Recchi se la fa con la moglie del capo, quella tutta rifatta e piena di botulino fino alle costole. Insomma sono quattro tipi pieni di spocchia e maldicenti. Che cosa sono venuti a fare a casa mia? Questa cosa strana mi sta facendo uscire di testa. Ci vuole un momento di calma, devo rimettere in ordine le idee.
Anche Matilde piange, ma allora c’è un virus influenzale? O cos’è? Che dice?... «Che non dovevo andarmene così presto?» Ma che cavolo, è matta? Mi guarda e dice «che non dovevo lasciarla sola?» E’ fuori di testa. «Oh, sveglia!… non vedi che sto qui, vicino te? Dove dovrei essere andato se sono qui?»
Ma si, non ci avevo pensato, dev’essere così: devono aver organizzato una recita con un copione scritto da quel pazzo scatenato di Jorge Antares, lui è fissato per i copioni. Dice di aver scritto anche un’opera teatrale in gioventù, quando era ancora in Spagna. Chissà se sarà vero, poi. Questo ora mi è chiaro: stanno recitando. Quello che ancora non ho capito -e mi saltano anche i nervi per questo- è perché cavolo io non posso muovermi e parlare. Mi hanno dato qualche farmaco potente? Mi hanno fatto operare e non lo sapevo? Sono ancora sotto anestesia?
Che dice Fabio? Che sono … no, non può essere. Voi dite di si? … dite anche voi che… no! non pronunciate quella maledetta parola, NON LO FATE !!!!
Uno, due, tre… -a dieci apro gli occhi e strillo, lo faccio- … quattro, cinque, sei… -perché non succede niente?- … sette, otto, nove e… cazzo. Ho capito anch’io, purtroppo!
Non c’è bisogno che ce lo ammetta, almeno quello abbiate la carità di evitarmelo. Adesso finalmente so perché siete qui, tutti voi.
Alcuni potevano anche farne a meno, anzi se mi fosse possibile li manderei via. Vorrei dire loro con schiettezza, visto che tanto non ci rimetto più nulla ormai: «Che ci fate qui?»
Ma non c’è bisogno, si sa bene cosa ci fanno.
A loro di noialtri non glie ne frega proprio niente. Sono venuti solo per godersi lo spettacolo.
Franco Feliciani
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Messaggio Da Francesca Facoetti Dom 25 Giu 2017, 11:37

"Solo bello" sono; non l'ho capito fino alla fine, quando diventa chiaro, forse dovevi dare qualche indizio in più (o forse sono io a non averli trovati sufficientemente chiari) per amare il tuo racconto

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Messaggio Da AndrewLaeddis Mar 27 Giu 2017, 00:59

Non ho capito nemmeno io cosa diavolo sta succedendo in questo racconto. L'io narrante sembra parlare direttamente al lettore ponendosi domande alle quali, dato il suo stato confusionale, non riesce a dare una risposta, eppure riesce a descrivere quel casino che è la sua vita popolata da questa accozzaglia di personaggi che purtroppo sembrano solamente comparse. Non dico che dovrebbe esserci un approfondimento psicologico, anche perché in una pagina sola è un'impresa riuscire a tirar fuori qualcosa di simile, è solo che mi hanno dato questa impressione, di comparse in un sogno, ombre proiettate su un muro che il protagonista vede andare in pezzi. All'inizio mi era balentata l'idea che fosse in coma etilico, ma forse è soltanto tramortito dall'alcool, magari è in uno stato astrale e vede tutto attraverso gli occhi di uno spirito. Le interpretazioni sono tante, ma devo dire in conclusione che il racconto, o meglio la tecnica che hai usato, non mi è piaciuta.
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Messaggio Da Raul00 Dom 02 Lug 2017, 21:19

Devo dire che questo racconto è un po'complicato e non ho afferrato il concetto alla prima lettura. Dopo averlo riletto qualche volta posso dire che l'idea mi è sembrata davvero bella ed intrigante.
Avrei preferito però qualcosa di meno complesso e più intuibile.

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Messaggio Da Erikakicca Gio 06 Lug 2017, 16:37

Bella idea, l'unica parte che riscriverei è quella in cui parla direttamente con il lettore e dice che ha capito cosa è successo, l'avrei lasciato più sospeso.

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