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Messaggio Da tormento Mar 03 Ago 2010, 10:15

Era il momento della pausa. Quindi fumavano.

Cos'altro fare?

Dieci minuti. Dieci minuti per sfuggire al ritmo della macchina, al rumore infernale dell'officina, al calore soffocante sregolato da una climatizzazione difettosa...Dieci minuti di parentesi durante i quali i corpi indolenziti si ritrovavano disorientati.

Parlare coi colleghi? Ma di cosa?

Dieci minuti sono troppo lunghi per parlare del tempo che fa e troppo corti per parlare di calcio.

Zombies allineati con le spalle al muro, sigarette in bocca, aspettavano la suoneria che li avrebbe rispediti, quasi risollevati, dietro le loro presse idrauliche.

Schiene curve, sguardi vuoti, gole tossicchianti...Non si era quasi piu' nel mondo dei vivi.

Eppure, erano dei privilegiati - glielo avevano ripetuto abbastanza - perché loro erano ancora nel circuito. Scioperi, occupazioni, petizioni, poi riduzioni degli stipendi, vacanze sacrificate...Avevano lottato per quello, per conservare il diritto di alzarsi tutti i giorni alle sei e un quarto per andare in fabbrica, per poter continuare a sudare e a sputare dietro i mostri metallici dalle fumate martellanti, per conservare la gloriosa soddisfazione di ritrovare nei tagli e nelle ferite delle loro mani la giustificazione delle loro anemiche buste paga...

Perché senza quello, era il grande nulla, il grande vuoto, l'impero del nonsenso, la scomparsa di ogni cesura tra il lavoro oltraggiato e l'atteso divertimento, lo sregolamento di ogni abitudine, il ritorno alla casella inutilità, le questioni e le ansie.

Senza parlare dei mutui...

Allora era quasi un fatto allegro essere li', coi mozziconi tra le labbra, a aspettare lo schiocco della frusta per ripartire sui loro filari di cotone.

Per fortuna, non tornavano loro in mente le storie del nonno. Quelle storie che rievocavano il tempo di una povertà gloriosa dove ognuno, padrone del suo pezzetto di terra, viveva miseramente del frutto di un lavoro stremante ma che si interrompeva al momento voluto e secondo il proprio umore, per bere un bicchiere col vicino e per discutere del destino del mondo con il postino o il guarda-caccia.

Ricordi opportunamente cancellati di un mondo dove si comprava solo cio' che ci si poteva permettere e dove si imparava a rinunciare al resto. Un mondo dove si aveva piu' timore di Dio che dell'ufficiale giudiziario o del caporeparto. Un mondo dove i pasti non erano cronometrati e dove, se ci si addormentava dopo il digestivo, bastava alzarsi un po' piu' presto il giorno dopo. Un mondo nel quale, quando si aveva prodotto abbastanza per soddisfare i bisogni dei produttori, ci si fermava per bere e cantare.

Insomma un mondo scomparso per sempre, per la piu' grande gioia di usurai e azionisti.
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Messaggio Da tormento Mar 03 Ago 2010, 10:16

Non l'ho scritto io, ma mi sembrava davvero rilevante.
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