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Ghost writers - La fortuna dell'Umanità

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Messaggio Da annamaria Lun 21 Mag 2012, 18:39

Ho leggiucchiato in giro tra "forum" e "blog" grande acredine contro i ghost writers ed io …a proposito di ghost writer… vorrei raccontare una favola dei tempi andati, ovvero sia della mia gioventù:

Lei si chiamava Simone-Henriette-Charlotte K… in arte Simone Signoret, donna di bellezza eccezionale, grande attrice, vinse 2 oscar, uno come attrice protagonista, visse tra grandi nomi dell’intelligenza francese. Lavorò con Allegret, Sidney Lumet, Costa Gavras etc. etc. I suoi film costituiscono “i classici” del cinema francese. Simone frequentò il mondo intellettuale della Rive Gauche, portava pantaloni di flanella, maglioni fino al collo e fumava le Caporal. Anticonformista, combattiva, devota alla causa della giustizia sociale, conobbe Jacques Prevert. Qualche anno dopo, Prévert le presentò un italiano arrivato in Francia da bambino, uno scaricatore di porto che la Piaf aveva scoperto e lanciato come cantante. Si chiamava Ives Montand, finì con lo sposarlo. Simone divenne cieca, non potè più recitare ed era alla soglia della fame, pur vivendo in una grande villa. Ives aveva vissuto un suo grande amore con una bellissima creatura americana, tale Marilyn Monroe, era rimasto negli S.U. e non fece nulla per venirle incontro. Una grande amica di Simone, anche lei si chiamava Simone (Simone-Lucie-Ernestine-Marie Bertrand de Beauvoir), grande scrittrice, femminista, compagna di tutta la vita del più grande filosofo francese di quegli anni, Jean-Paul Sartre, tra i maggiori esponenti di un indirizzo del pensiero che si è espresso non solo nella filosofia, ma che ha trovato ampio e significativo spazio anche nella letteratura, nelle arti e nel costume, le propose di scrivere la sua autobiografia, cosa che questa Simone aveva fatto per se stessa 20 anni prima. Simone Signoret lo avrebbe fatto volentieri, ma era ormai quasi cieca, l’altra Simone si offrì lei di scrivere “l’autobiografia”, era il 1976 ebbe nome “La nostalgia non è più quella di un tempoil libro ebbe grande successo.

Nel 1980 i ricavi di queste memorie cessarono e Simone X riprese la sua vita stentata, Ives aveva altro da fare a recitare negli S.U. e poi era già vecchio anche lui. L’altra Simone, la grande scrittrice femminista era ammalata, d’accordo con il grande filosofo incaricò un “negro” della loro cerchia e sembra che lo abbia pagato di tasca sua. (nella loro cerchia vivevano uomini come Merleu-Ponty, Levi-Strauss, Raymond Aron, Paul Nizan, Aragon). Quando si seppe che Simone Signoret risultava autrice del nuovo libro (Addio Volodia) mi è stato raccontato che il “negro” rese il denaro ricevuto, sembrerebbe che si sia sentito onorato che una donna emblema e gloria vivente della Francia post- bellica, firmasse un suo scritto.

Una ragazza bruttina forse, ma intelligentissima, per pagarsi l’università faceva la dattilografa part-time dall’editore Gallimard, venne a conoscenza di questi segretucci e pari pari li contò a me. Così come li seppi io, adesso li conto a voi…



Da cotanti illustri criticoni autori del “pezzo” vorrei sapere:



Poniamo il caso che vicende della storia abbiano fatto perdere la conoscenza del nome dell’autore di una certa opera intitolata “Comoedia”, ( sembra sia stato tale Dante degli Alighieri), e poi da tale Giovanni Boccaccio reintitolata “Divina Commedia” . Ché forse quell’opera divien meno capolavoro se non se ne conosce l’autore?

Io concordo con Proust, l’opera parla per sé, non occorre sapere chi ne sia l’autore o ancora di più conoscere la sua vita.

Cari signori eruditissimi criticoni, fatevi citare un pochettino dopo le grandi cose che avete asserito. Conoscete quella bellissima canzone <<Fenesta cà ‘llucive>>?

Ebbene è famosissima, la musica è bellissima, eppure a più di cento anni di distanza dalla sua composizione ancora non si è riusciti a comprendere se l’abbia scritta Vincenzo Bellini o Gioacchino Rossini. Certi maestri trovano quell’assonanza di Rossini e altri ancora quell’altra di Bellini, non per questo quella musica smette di essere bella, gradevole, amata ed ascoltata…. ma non so se nel futuro ci sarà qualcuno che la cercherà più…. preferirà gli urletti o il falsetto della vincitrice del concorso canoro di San Tizio o che so io…

Simone de Beauvoir e il filosofo suo compagno di una vita, Jean Paul Sartre- sapete quel tizio dell’esistenzialismo-, furono ben felici di scrivere per Simone Signoret “La nostalgia non è più quella di un tempoe firmarono con il nome della loro beneficiata.

Il “negro” della loro cerchia autore di “Addio Volodia” sembra che sia stato l’attuale direttore di una grandissima rivista letteraria e di una famosa casa editrice, divenuto in questi anni critico letterario e autore famoso ed indiscusso di quei cosi scritti che una volta si chiamavano “Romanzi”. Ah… dimenticavo si beccò la Legion d’onore ed è colui che oggi fa parte dell’Académie Francaise e si battè per farne nominare membro Marguerite Cleenewerck de Crayencour, (facendo l’anagramma di Crayencour ne verrà fuori Marguerite Yourcenar)…. E allora sia benedetto ieri, oggi, domani e sempre il ghost writer se è autore di capolavori e poi chi se ne frega sotto quale nome vengono fuori questi benedetti capolavori.



In base a certi documenti rintracciati dall’Abate Hans Welhau Von Foettemberg nella Biblioteca del convento dei Cistercensi di Wattelpesk in Germania, ho potuto leggere e trascrivere un appunto del cancelliere fiorentino Agostino Vespucci datato 1514

Apelles pictor. Ita Leonardus Vincius facit in omnibus suis picturis, ut enim caput Ludovicus Ariostus appellatur Lisa del Giocondo et Lisa dagli occhi blu et Anne matris virginis. Videbimus, quid faciet de aula magni consilii, de qua re convenit iam cum vexillifero. 1514 octobris ( tradotto dal cinese antico, lingua madre del Vespucci, vuol dire : Si fotta chi non conosce il latino).

Inoltre come ricavasi dalla dicitura acclusa all’inventario delle opere di Leonardo, redatto dal Salai (Gian Giacomo Caprotti) ultimo garzone di Leonardo con Francesco Melzi: "Stancatosi Lionardo a fare per Francesco del Giocondo il ritratto di Monna Lisa sua moglie, e quattro anni penatovi lo lasciò imperfetto, la quale opera fu ripresa interamente da me e ritrassi Messer Ludovico Ariosto, colle vesti di Monna Lisa e oggi è appresso il re Francesco di Francia in Fontanableò" A me è sorto un feroce sospetto: credo che l’autore dell’opera “Orlando furioso”, attribuito all’Ariosto, sia opera di Monnalisa e che Monnalisa lo abbia ceduto all’Ariosto per potere fare apparire il suo nome nel quadro di Leonardo, dove invece era stato raffigurato l’Ariosto vestito da trans brasiliano… Il fattaccio sarebbe avvenuto a Roma nel 1514 dove sia Leonardo (con Salai e Monna Lisa al seguito) e Ludovico Ariosto (con Alessandra Benucci), si sarebbero recati per ottenere protezione, favori e lavori da Leone X (Giovanni de Medici figlio del M … ma vi devo dire proprio tutto?) Il ritratto dell’Ariosto (detto La Gioconda) infine, grazie al documento rintracciato dal Professore Willy Von Straffottiten e da lui pubblicato su “Greatmeade” del dicembre del 2007, sappiamo che sarebbe stato dipinto dal Salai e non da Leonardo.Al ritratto dell’Ariosto in veste di Trans sarebbe stato dato un nome femminile- La Gioconda per l’appunto- per evitare l’ostilità della Chiesa. Visto che ritrae l’Ariosto e non Monna Lisa il dipinto della Gioconda è divenuto carta straccia? Allora l’Orlando Furioso essendo scritto da un ghost writer (Monna Lisa del Giocondo) è meno significativo per la storia della letteratura mondiale? …. E la Gioconda essendo stata dipinta dal Salai e non da Leonardo è meno importante per la storia della pittura dell’intera umanità? (…ragazzi del forum voi pratici di queste cose …come si fa ad usare queste diavolo di emoticon?… me ne servirebbe una collezione che mostri la lingua ai detrattori dei ghost writers…). Per non parlare di tanti studi sul Petrarca e del suo <<Canzoniere>> e di quel bellimbusto di Cecco Angiolieri. Nell’ambito dell’Università di Certaldo, da qualche anno si sussurra che una tale giovinetto Francesco Petrarca abbia trovato abbandonate nella torre del Malsenno delle carte scritte fittamente in versi, sembrerebbe che questo Petrarca abbia pagato i figli di Cecco Angiolieri (Meo, Deo, Angioliero, Arbolina e Sinione) per ottenere il loro silenzio e rinunziare all’eredità paterna. Che vuol dire tutto ciò? Se il “Canzoniere” oggi inteso o creduto del Petrarca fosse invece di quel mattacchione di Cecco Angiolieri, come la mettiamo?

annamaria
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Ghost writers - La  fortuna  dell'Umanità Empty Re: Ghost writers - La fortuna dell'Umanità

Messaggio Da nick mano fredda Mar 22 Mag 2012, 19:28

Wattelpesk, eh? Ho qualche dubbio su San Tizio, invece. Forse Santizio.
Wink
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