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prologo di un racconto ancora senza titolo-parte seconda:la Nausea

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Messaggio Da laretta Dom 02 Dic 2012, 20:51

ok ragazzi, quella era la prima parte del prologo, e ho deciso d'intitolarla "l'abc".
Questa è la seconda parte, s'intitola "la Nausea". Queste parti narrano i tratti salienti della vita del narratore (famiglia, scuole superiori, illusione che l'università sia migliore);la sua biografia è il motivo principale per cui decide di fuggire dai suoi luoghi d'infanzia. Lawrence tornerà quindi nella seconda parte della storia, nella vicenda vera e propria, per caso (un incontro non previsto).
Se vado completamente fuori pista, avvertitemi, e rimedierò. Very Happy

La mattina mi recavo a scuola. Uscivo di casa alle sette,e tornavo verso l’una e mezza.
Quando entravo in classe, c’era un’atmosfera assopita, soprattutto d’inverno:è odioso svegliarsi presto per andare a frequentare una delle scuole più difficili ed esigenti della città.
Il giorno che più detestavo era il lunedì: era quello con più materie scientifiche; e la cosa preoccupante era che io avevo scelto di frequentare il liceo scientifico.
Da dove era nata quella scelta? Ripensandoci a posteriori, davvero non mi viene in mente nulla. Magari ero ubriaco:ho sempre amato il nero d’Avola.
Comunque, senza sviare da ciò che voglio raccontare, la prima ora del lunedì era dedicata all’inglese. Ecco, inglese mi piaceva molto, la letteratura più che la lingua in sè e per sè.
La professoressa entrava, a passo svelto, sempre allegra e sorridente, e per questo la invidiavo tantissimo. Come faceva a sorridere, con degli alunni apatici come i miei compagni di classe? Ogni volta che faceva una domanda, nessuno rispondeva se non io.
Ecco le principali categorie della mia classe. La mia compagna di banco non evitava di rispondere perchè timida o paurosa di non sapere le cose, no; lei non le diceva perchè voleva tenersele per sè, non voleva che altre persone le rubassero le idee. Le dava fastidio quando altri studenti erano lodati dai professori. Le dava fastidio quando prendeva otto e mezzo e non nove. Le dava fastidio la fotocopiatrice della scuola. Le dava fastidio la gara agonistica che non aveva vinto. Le dava fastidio il pullman che non passava davanti a scuola. Le dava fastidio il fogliettino lievemente stropicciato agli angoli. Le dava fastidio la matita non temperata.
Di conseguenza, all’intervallo cercavo un’altra compagnia. Mi avvicinavo quindi ad un gruppetto, tra i banchi in fondo all’aula. Era un grappolo, un agglomerato di ragazze, intorno ad un nucleo comune:un’altra ragazza, in lacrime, disperata.
-Io...- singhiozzava, -io...non ce la faccio...è terribile...non riesco ad andare avanti così...come faccio adesso?COME FACCIO?- .
Alchè io, preoccupata, ogni volta ci cascavo e chiedevo che cosa fosse successo di così terribile. E la tremenda risposta era:
-Ha preso cinque e mezzo nella verifica- .
Io non capivo proprio questa cosa, considerando che nessuno di noi era un operaio costretto a lavorare in miniera tutto il giorno per una paga da schifo, o un bambino dell’Africa in pericolo di vita per disidratazione.
Poi, veniva l’ora di matematica e fisica.
-Eh, ragazzi-,sbuffando,- io adesso vi ho spiegato questa cosa; ora, vi faccio un esempio, UNO, e poi ve li fate da soli gli esercizi!Mica posso star qui a ripetervi tutto sempre, eh!Anche perchè son stufa!Devo star qui, a salire tre piani di scale, eh, che stufita!Per non parlare del fatto che voi non studiate per niente! Guardate, l’altra classe:non c’è nemmeno un’assenza, e voi invece:và quante!- .
E il discorso non finiva qui; e il discorso avveniva cinque giorni su sette.
Infine, filosofia: non vi è mai successo di avere l’impressione che il tempo si dilati, che le lancette dell’orologio scorrano più lentamente del previsto? Beh, a me succedeva.
-Quindi, secondo Hegel, la quantità e la qualità nella logica dell’essenza sono contrapposte, ma questa contrapposizione è superata dalla misura. Perchè questo, quindi? Perchè nella logica dell’essenza...eh...nella...logica dell’essenza,appunto, hegeliana... eh... sì, di Hegel, la qualità e la quantità non sono più contrapposte grazie alla misura. Fa quindi, Hegel, l’esempio dell’acqua...eh...del passaggio di stato, perchè, appunto, la quantità e la qualità dipendono l’una dall’altra, e ciò grazie alla misura...leggiamo adesso il testo, che tratta proprio di questo:è tratto dalla logica dell’essenza e dice, appunto, che qualità e quantità sono dipendenti l’una dall’altra grazie alla misura!- .
Una maniaca dell’ordine e bisognosa di attenzioni, un’ipocrita, una frustrata e un bradipo;ecco le mie giornate.
Tornavo a casa,malata.
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Messaggio Da laretta Dom 02 Dic 2012, 20:56

NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO Paura volevo dire MALATO alla fineeeeeeeeeeee Crying or Very sad
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Messaggio Da wererabbit78 Dom 02 Dic 2012, 22:57

Davvero niente male, ha lo stesso bel ritmo della seconda parte del precedente capitolo. Mi sembra molto promettente!
Hai un bel modo di caratterizzare le situazioni, fai capire bene quello che sentono i personaggi.
Attenzione che anche a metà il protagonista diventa una lei ("al che io, preoccupatA")...
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Messaggio Da Shura Lun 03 Dic 2012, 00:28

"Le dava fastidio quando altri studenti erano lodati dai professori. Le dava fastidio quando prendeva otto e mezzo e non nove. Le dava fastidio la fotocopiatrice della scuola. Le dava fastidio la gara agonistica che non aveva vinto. Le dava fastidio il pullman che non passava davanti a scuola. Le dava fastidio il fogliettino lievemente stropicciato agli angoli. Le dava fastidio la matita non temperata. " rileggila Smile
"eh, che stufita!Per non parlare del fatto che voi non studiate per niente! Guardate, l’altra classe:non c’è nemmeno un’assenza, e voi invece:và quante!- ."
per il resto bel ritmo. bravo
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Messaggio Da laretta Lun 03 Dic 2012, 14:23

grazie dei consigli Very Happy sì, l'ho buttata giù in modo molto istintivo, per questo il lui è diventato lei...
cioè...
no, dai, non pensate male Very Happy ecco, alcune situazioni sono molto autobiografiche Smile
ora correggo Very Happy
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