Tableau
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Tableau
(Immaginate gli spazi tra i paragrafi come delle specie di dissolvenze )
Un brevissimo quadro rappresentante due opposte realtà sappiatemi dire!!!
Ascoltando quella musica, che leggera come aria si spargeva in tutti gli angoli della stanza, M. immaginava.
Un paesaggio primaverile. Piccoli insetti, sfiorando la superficie di un laghetto, creano minuscole onde concentriche sul calmo specchio d'acqua. Le ninfee giacciono placide e pigre. Gli uccellini cinguettano, il vento soffia leggiadro.
Un rospo solitario, goffamente, si avvicina alla riva umida ed erbosa con salti baldanzosi. Ha un'aria molto dolce e simpatica. E' di colore scuro, tendente al marrone. Con i suoi occhioni neri e sporgenti si specchia nell'acqua; chissà cosa pensa quando vede il proprio riflesso.
Due grosse api si spostano laboriose di fiore in fiore, in cerca di nettare. Le cicale, invece, appollaiate sui tronchi degli alberi, cantano allegramente.
Ma le chiome più alte si agitano sempre più, producendo un graduale crescendo sonoro; l'aria diviene più fredda, i cerchi sulla superficie acquosa aumentano: piove.
Piccole, sottili, delicate gocce innaffiano quel meraviglioso paesaggio, purificandolo e dissetandolo dopo giorni di sole. Alcune nuvole oscurano lentamente la Stella, che diventa un opaco cerchio biancastro. Alcune ampie foglie del colore dello smeraldo accolgono in un abbraccio dei rigagnoli d'acqua, che raggiungono l'erba morbida, o la boccuccia di qualche pettirosso assetato.
Un denso profumo di muschio invade il boschetto.
Tutto è immerso in un' atmosfera ombrosa.
Quel giorno, la pioggia cadeva fitta. La città sembrava riflettere solo colori velati di grigio.
M. camminò lungo la passerella, attraversò la piazza principale e superò il parchetto, come al solito, per andare al lavoro.
La finestra dell'ufficio sembrava piangente, e la stanzetta era priva di luminosità. Sull'ampia cattedra bianca poggiavano tanti fogli, fittamente scritti con una calligrafia precisa e curata. I libri, che sedentariamente occupavano interi scaffali, erano polverosi da anni.
Il lavoro era lungo e noioso. M. scrisse e lesse tutto il giorno.
Durante le pause, faceva due chiacchiere con qualche collega.
-Allora?-
-Mah... sono pieno di scartoffie da compilare...-
-Anch'io. Tutti fogli inutili, poi.-
-Esatto! Parlano tanto di tecnologia e innovazione...e poi la tecnologia non funziona...neppure una semplice fotocopiatrice!- .
Quel piccolo parallelepipedo appoggiato sul mobiletto in metallo in fondo al corridoio, su cui si affacciavano i diversi piccoli uffici, emetteva rumori dei più vari, litigando con uno dei colleghi di M. Lui tentava di sottrarre alla morsa di quella macchina un foglio, incastratosi a metà. Ma quella non demordeva. Alla fine, essa si spense con una scintilla, e un piccolo scoppio. Una nuvoletta di fumo si alzò dalla presa di corrente.
Quando uscì all'aria aperta, M. era quasi accecato dalla fievole luce di quell'uggioso tardo pomeriggio a causa della stanchezza dei suoi occhi.
Eppure, volle fermarsi per un po' nel parchetto che percorreva tutti i giorni per andare in ufficio.
Un familiare profumo di pioggia invadeva quel piccolo spazio naturale.
M. inspirò profondamente, e chiuse gli occhi. Aveva la sensazione di conoscere quel luogo da una vita .
Un passero cantò proprio vicino a lui, che si era seduto su una panchina. In alto, i rami degli alberi si intersecavano grazie alla forza del vento, e producevano una delicata, quasi silenziosa musica.
M. fu invaso da una sensazione di pace.
Un brevissimo quadro rappresentante due opposte realtà sappiatemi dire!!!
Ascoltando quella musica, che leggera come aria si spargeva in tutti gli angoli della stanza, M. immaginava.
Un paesaggio primaverile. Piccoli insetti, sfiorando la superficie di un laghetto, creano minuscole onde concentriche sul calmo specchio d'acqua. Le ninfee giacciono placide e pigre. Gli uccellini cinguettano, il vento soffia leggiadro.
Un rospo solitario, goffamente, si avvicina alla riva umida ed erbosa con salti baldanzosi. Ha un'aria molto dolce e simpatica. E' di colore scuro, tendente al marrone. Con i suoi occhioni neri e sporgenti si specchia nell'acqua; chissà cosa pensa quando vede il proprio riflesso.
Due grosse api si spostano laboriose di fiore in fiore, in cerca di nettare. Le cicale, invece, appollaiate sui tronchi degli alberi, cantano allegramente.
Ma le chiome più alte si agitano sempre più, producendo un graduale crescendo sonoro; l'aria diviene più fredda, i cerchi sulla superficie acquosa aumentano: piove.
Piccole, sottili, delicate gocce innaffiano quel meraviglioso paesaggio, purificandolo e dissetandolo dopo giorni di sole. Alcune nuvole oscurano lentamente la Stella, che diventa un opaco cerchio biancastro. Alcune ampie foglie del colore dello smeraldo accolgono in un abbraccio dei rigagnoli d'acqua, che raggiungono l'erba morbida, o la boccuccia di qualche pettirosso assetato.
Un denso profumo di muschio invade il boschetto.
Tutto è immerso in un' atmosfera ombrosa.
Quel giorno, la pioggia cadeva fitta. La città sembrava riflettere solo colori velati di grigio.
M. camminò lungo la passerella, attraversò la piazza principale e superò il parchetto, come al solito, per andare al lavoro.
La finestra dell'ufficio sembrava piangente, e la stanzetta era priva di luminosità. Sull'ampia cattedra bianca poggiavano tanti fogli, fittamente scritti con una calligrafia precisa e curata. I libri, che sedentariamente occupavano interi scaffali, erano polverosi da anni.
Il lavoro era lungo e noioso. M. scrisse e lesse tutto il giorno.
Durante le pause, faceva due chiacchiere con qualche collega.
-Allora?-
-Mah... sono pieno di scartoffie da compilare...-
-Anch'io. Tutti fogli inutili, poi.-
-Esatto! Parlano tanto di tecnologia e innovazione...e poi la tecnologia non funziona...neppure una semplice fotocopiatrice!- .
Quel piccolo parallelepipedo appoggiato sul mobiletto in metallo in fondo al corridoio, su cui si affacciavano i diversi piccoli uffici, emetteva rumori dei più vari, litigando con uno dei colleghi di M. Lui tentava di sottrarre alla morsa di quella macchina un foglio, incastratosi a metà. Ma quella non demordeva. Alla fine, essa si spense con una scintilla, e un piccolo scoppio. Una nuvoletta di fumo si alzò dalla presa di corrente.
Quando uscì all'aria aperta, M. era quasi accecato dalla fievole luce di quell'uggioso tardo pomeriggio a causa della stanchezza dei suoi occhi.
Eppure, volle fermarsi per un po' nel parchetto che percorreva tutti i giorni per andare in ufficio.
Un familiare profumo di pioggia invadeva quel piccolo spazio naturale.
M. inspirò profondamente, e chiuse gli occhi. Aveva la sensazione di conoscere quel luogo da una vita .
Un passero cantò proprio vicino a lui, che si era seduto su una panchina. In alto, i rami degli alberi si intersecavano grazie alla forza del vento, e producevano una delicata, quasi silenziosa musica.
M. fu invaso da una sensazione di pace.
laretta- Inchiostro Verde
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