Il mondo di Pierrot

Un timido sole cominciava a rosseggiare mentre la luna tramontava.. Se ne vedeva solo uno spicchio… sembrava appesa a un filo e sulla punta dondolava un fantoccio. Era Pierrot… col suo costume bianco e nero e il colletto a ricciolone, seduto sullo spicchio di luna si dondolava come su un’altalena. Dal suo volto traspariva una delicatezza e una tristezza che gli uomini non notavano più. Il mondo si rotolava in stonature colorate solo per apparire. e Pierrot viveva relegato nel suo mondo in bianco e nero, dimenticato da tutti. E ferma sulla guancia una lacrima che non riusciva a piangere.

L'atmosfera che hai creata, appartiene a tanti di noi che, idealisti fino alla fine, non riescono a integrarsi al cento per cento col mondo d'oggi.
Bene, anch'io ne faccio parte.

N.B. ci sono dei refusi da correggere: dopo "apparire" c'è un punto da togliere e nell'ultima frase (bellissima, con un cambio di tempo, penso voluto, dall'imperfetto al presente) la "E" deve essere con l'accento.
Essendo una frase importante e conclusiva, forse era meglio cominciare accapo?

Ciao

grazie per le osservazioni, credo però di non poter correggere nulla adesso, vedo il punto sfuggito mio malgrado... L'ultima frase andava a capo hai ragione, però la è non è verbo, ma rappresenta un'immagine, una osservazione, quasi un tratto di matita che di disegna un volto.

Un'immagine delicata e preziosa sospesa su un mondo insensibile alla bellezza.
Brava, Gemma.

Non crucciarti per un a capo, peccato venialissimo.
Un abbraccio.

Mi è piaciuto anche questo racconto. Complimenti Gemma.