Storia deli Imi, internati 20 enni nei lager.

In occasione delle iniziative per la celebrazione dei 150 dell’Unità d’Italia, il Comune di Lamezia ha promosso un convegno dal titolo “L’armata prigioniera che vinse la guerra. Le ragioni del no dei militari italiani prigionieri nei lager nazisti. Una lezione attuale”. Il convegno, che si svolgerà domani dalle 11.30 alle 18.30 al Teatro Umberto, intende ripercorrere la storia degli oltre 600 mila internati militari italiani, alcuni dei quali nostri illustri concittadini, e delle loro tragiche vicende, dopo la proclamazione dell’Armistizio dell’8 settembre 1943. Al convegno porteranno la loro testimonianza ed il loro contributo, tra gli altri, Gianni Speranza, sindaco di Lamezia Terme; Vittoria Butera, storica e pubblicista; Vittorio Dattilo, sacerdote; Davide Galli, scrittore e parente di un militare caduto a Cefalonia; il Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, Salvatore Vitello; Mario Vallone, presidente provinciale Anpi Catanzaro; il generale Michele Anaclerio, consigliere del Ministero della Difesa; il presidente dell’Associazione nazionale ex internati, avvocato Raffaele Arcella; il presidente vicario dell’Associazione nazionale reduci prigionia, Michele Montagano; l’onorevole Angiolo Marroni, garante dei detenuti Regione Lazio e l’avvocato Giuseppe Zupo, coautore del libro “Storia di Imi” (diario di un prigioniero Internato Militare Italiano in Germania durante la II Guerra mondiale). In questa occasione verrà sottolineato il ruolo che, insieme alle formazioni partigiane combattenti, ebbe quell’esercito di soldati che scelse la democrazia pagando con la prigionia e circa 50.000 morti la propria fedeltà al nostro Paese. In occasione del convegno, è previsto anche un messaggio del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

In questo convegno si è parlato degli Imi, ossia internati nei lager.
Erano soldati e ufficiali giovani dell'esercito italiano che alla richiesta tedesca di avere i loro confort e soldi preferirono dire di no e andare nelle baracche dei lager ,sostenendo una fede in una patria ancora da definire.
Avevano 20 anni e scelsero di andare incontro alla morte certa, sicuri che dai campi non sarebbero mai più usciti.
Chi è uscito si è chiuso nel silenzio e le famiglie stesse non li considerarono se no dei soli reduci di guerra.
In realtà ventenni furono patriottici e leali , tanto che ognuno di loro aveva un pezzettino della bandiera italiana. Quando furono salvi, unirono tutti questi pezzettini e da lì riniziò un'altra vita.
Lo scrittore sugli Imi è Zupo, faccio sapere qual è il libro