Inizio di un'eventuale storia più lunga
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Inizio di un'eventuale storia più lunga
Nonostante in genere fosse sicura di riuscire, provava una strana ansia, una preoccupazione che in genere non aveva. Da anni lo faceva, le veniva anche bene: ma quella notte di luna piena, mentre guidava con il finestrino abbassato e il vento freddo che le graffiava il viso, aveva il dubbio che, forse, quella volta non sarebbe stata come le altre.
-Nisha! E’ arrivato il tuo nuovo fascicolo!- chiamò Thomas, dall’ufficio accanto.
-Grazie, Thom-.
La copertina era nera. Ciò stava ad indicare due cose importanti: che si trattava di un caso molto difficile, e che avrebbe agito di notte. Lo aprì piano e scorse con gli occhi il contenuto, fitto di scritte e foto.
Respirò a fondo, prenotò la macchina con i vetri oscurati e si diresse verso il centro di addestramento per l’uso delle armi da fuoco, uscendone solo la sera.
Cenò solo per avere energie; non ricordava l’ultima volta che avesse cenato in compagnia, con calma. Ormai la sua vita era quel lavoro, nient’altro, nessun altro: anche perché un severissimo codice di segretezza legava i membri della Compagnia.
Camminava lungo un solitario e buio marciapiede quando un giovane, biondo e forte, parcheggiò accanto a lei, attirando la sua attenzione.
-Sei la prescelta, Nisha-. La guardava negli occhi .
-Scusi, ma lei chi è? Come sa il mio nome?- aveva risposto, aumentando la velocità del passo. Lui continuava a fissarle gli occhi.
-Sono Thomas. Sali-. E lei, senza nemmeno rendersene conto, aveva sentito un forte brivido lungo la schiena e nel petto, all’altezza del cuore, che batteva in modo molto più vigoroso da quella notte.
A questi momenti pensava Nisha, guidando, osservando affascinata la grande luna bianca che, violenta, si apriva nel nero del cielo.
Aveva abbandonato completamente la sua vita, i parenti, gli amici, l’università... era scomparsa dalla faccia della Terra; di giorno girava per le strade di Manhattan travestita sempre in modo diverso, e di notte, come un fantasma, agiva per proteggere l’umanità dal Male.
Dio, quanto voleva rivedere tutte le persone che aveva dovuto lasciare per sempre... chissà i genitori, quanto avranno sofferto per la sua scomparsa! E Kenny, la sua migliore amica? Ci pensava tutti i giorni, a loro.
Sorrise, ricordando che all’università si era invaghita del professore di chimica. Era giovane e carino, il tipico professore neolaureato con lo stuolo di studentesse sempre pronte a chiedergli ripetizioni ed esercizi. Kenny, poi, era proprio pazza di lui: Nisha si divertiva tantissimo ogni volta che la vedeva,mentre gli chiedeva di ripetere una formula, o lo strano nome di una sostanza nuova. Quante risate!
Ma presto quel sorriso si rivelò essere tanto malinconico e nostalgico che le scomparse automaticamente dal viso. Non avrebbe mai più rivissuto quei momenti, erano solo ricordi, e sarebbero per sempre rimasti nel passato, per poi scomparire, per sempre, nella sotria del mondo. Nessuno li avrebbe più ricordati. Che peccato:alcuni dei momenti più belli della sua vita.
-Ecco il parcheggio- mormorò tra sé e sé. Caricò con calma la pistola, come sempre, ma questa volta l’angoscia non passò. Uscì dalla macchina, chiudendo lo sportello alle sue spalle.
Un gruppo di uomini la accerchiò, provenienti dal buio. I loro cappucci rossi risaltarono nel buio.
Era una trappola; ed era finita.
-Nisha! E’ arrivato il tuo nuovo fascicolo!- chiamò Thomas, dall’ufficio accanto.
-Grazie, Thom-.
La copertina era nera. Ciò stava ad indicare due cose importanti: che si trattava di un caso molto difficile, e che avrebbe agito di notte. Lo aprì piano e scorse con gli occhi il contenuto, fitto di scritte e foto.
Respirò a fondo, prenotò la macchina con i vetri oscurati e si diresse verso il centro di addestramento per l’uso delle armi da fuoco, uscendone solo la sera.
Cenò solo per avere energie; non ricordava l’ultima volta che avesse cenato in compagnia, con calma. Ormai la sua vita era quel lavoro, nient’altro, nessun altro: anche perché un severissimo codice di segretezza legava i membri della Compagnia.
Camminava lungo un solitario e buio marciapiede quando un giovane, biondo e forte, parcheggiò accanto a lei, attirando la sua attenzione.
-Sei la prescelta, Nisha-. La guardava negli occhi .
-Scusi, ma lei chi è? Come sa il mio nome?- aveva risposto, aumentando la velocità del passo. Lui continuava a fissarle gli occhi.
-Sono Thomas. Sali-. E lei, senza nemmeno rendersene conto, aveva sentito un forte brivido lungo la schiena e nel petto, all’altezza del cuore, che batteva in modo molto più vigoroso da quella notte.
A questi momenti pensava Nisha, guidando, osservando affascinata la grande luna bianca che, violenta, si apriva nel nero del cielo.
Aveva abbandonato completamente la sua vita, i parenti, gli amici, l’università... era scomparsa dalla faccia della Terra; di giorno girava per le strade di Manhattan travestita sempre in modo diverso, e di notte, come un fantasma, agiva per proteggere l’umanità dal Male.
Dio, quanto voleva rivedere tutte le persone che aveva dovuto lasciare per sempre... chissà i genitori, quanto avranno sofferto per la sua scomparsa! E Kenny, la sua migliore amica? Ci pensava tutti i giorni, a loro.
Sorrise, ricordando che all’università si era invaghita del professore di chimica. Era giovane e carino, il tipico professore neolaureato con lo stuolo di studentesse sempre pronte a chiedergli ripetizioni ed esercizi. Kenny, poi, era proprio pazza di lui: Nisha si divertiva tantissimo ogni volta che la vedeva,mentre gli chiedeva di ripetere una formula, o lo strano nome di una sostanza nuova. Quante risate!
Ma presto quel sorriso si rivelò essere tanto malinconico e nostalgico che le scomparse automaticamente dal viso. Non avrebbe mai più rivissuto quei momenti, erano solo ricordi, e sarebbero per sempre rimasti nel passato, per poi scomparire, per sempre, nella sotria del mondo. Nessuno li avrebbe più ricordati. Che peccato:alcuni dei momenti più belli della sua vita.
-Ecco il parcheggio- mormorò tra sé e sé. Caricò con calma la pistola, come sempre, ma questa volta l’angoscia non passò. Uscì dalla macchina, chiudendo lo sportello alle sue spalle.
Un gruppo di uomini la accerchiò, provenienti dal buio. I loro cappucci rossi risaltarono nel buio.
Era una trappola; ed era finita.
laretta- Inchiostro Verde
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Re: Inizio di un'eventuale storia più lunga
al solito, un errore di digitazione: CHE ODIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
laretta- Inchiostro Verde
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Re: Inizio di un'eventuale storia più lunga
Ricorda Nikita o sbaglio?
nick mano fredda- Inchiostro Verde
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Re: Inizio di un'eventuale storia più lunga
in realtà sono sempre stata attratta da "dark ladies", ma non conosco la storia di nikita nel dettaglio, quindi direi che mi ha ispirata, ma eventuali articolari comuni sono del tutto casuali è carino? (ovviamente c'è anche l'opzione "fa schifo" )
laretta- Inchiostro Verde
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Età : 29
Re: Inizio di un'eventuale storia più lunga
No è abbastanza buono. Cioè è abbastanza buono se la storia continua. Se invece finisce, la conclusione è troppo brusca. Non è chiaro perché venga contattata, dovresti chiarirlo in seguito. La parentesi dei ricordi mi pare un po' fiacchina e forse non necessaria. Citazione da Blade runner troppo scoperta!
nick mano fredda- Inchiostro Verde
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Località : Roma
Re: Inizio di un'eventuale storia più lunga
ah, dici quella sul tempo?!!? In realtà non ho voluto fare riferimento al film: è un concetto che spesso,scrivendo , mi viene "naturale" inserire nel testo!! Non so perchè, mi viene sempre da parlarne
e poi sì, l'idea era quella di sviluppare qualcosa di più lungo: questo è solo un pezzettino, lo scheletro diciamo così
e poi sì, l'idea era quella di sviluppare qualcosa di più lungo: questo è solo un pezzettino, lo scheletro diciamo così
laretta- Inchiostro Verde
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Età : 29
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